Spessore delle piastrelle: come scegliere quello giusto per pavimenti e rivestimenti?

Quando si tratta di scegliere le piastrelle perfette per il proprio ambiente vanno tenute in considerazione diverse variabili, da quelle prettamente legate all’estetica a quelle relative alla praticità. Una di queste è indubbiamente lo spessore: in questa breve guida esploreremo le opzioni possibili per quanto riguarda lo spessore delle mattonelle in gres porcellanato e quale scegliere per essere certi di fare la scelta giusta. Approfondiremo, in particolare, gli spessori più bassi, valutando potenzialità e affidabilità delle grandi lastre sottili, che una ventina d’anni fa hanno rivoluzionato il mercato della ceramica.

 

Lo spessore è un fattore decisivo per determinare la resistenza alla rottura delle piastrelle in ceramica. La regola generale vuole che per i pavimenti siano consigliate piastrelle con uno spessore maggiore rispetto ai rivestimenti murali, così da reggere al peso dell’arredamento, agli urti e alle sollecitazioni del calpestio protratto nel tempo. Grazie al continuo miglioramento delle tecnologie produttive, tuttavia, ciò resta vero soprattutto per i contesti pubblici, regolati da precise normative nazionali e internazionali, piuttosto che per quelli privati.

In caso di riscaldamento a pavimento, lo spessore della finitura ceramica (un materiale con un’ottima conducibilità termica) può influire sul passaggio del calore all’ambiente, visto che mattonelle più spesse tenderanno a diffondere meno calore rispetto a quelle più sottili. Un ottimo motivo per prendere in considerazione un gres porcellanato sottile effetto legno al posto del parquet, che ha, invece, un notevole potere isolante.

SPESSORE DELLE MATTONELLE: LE OPZIONI DISPONIBILI

La resistenza del gres porcellanato è quasi proverbiale. È il motivo per cui, insieme alla sua eccezionale praticità e all’ampia scelta di look estetici, questo materiale viene solitamente preferito per pavimentare i luoghi pubblici più frequentati, come centri commerciali, stazioni, aeroporti e ospedali.      

La resistenza del gres – caratteristica alla quale dedicheremo presto un articolo – dipende prima di tutto dalle sue caratteristiche fisico-chimiche, cristallizzate da un processo produttivo messo a punto, nel corso degli ultimi quarant’anni, da un gruppo di aziende italiane (tra le quali Cotto d’Este) concentrate nel distretto industriale emiliano. Dipende, anche, dallo spessore del gres porcellanato.

Iniziamo da qui, considerando gli spessori disponibili sul mercato. In base alla destinazione d'uso e alle esigenze estetiche del progetto possiamo distinguere tre grandi categorie di piastrelle.

1. Gres porcellanato sottile: da 3,5 millimetri fino a 6,5 mm di spessore

Spessori così ridotti corrispondono alle grandi lastre sottili, frutto di un processo produttivo che abbina le qualità del gres porcellanato a leggerezza, maneggevolezza e facilità di lavorazione. Vengono prodotte senza l’uso di stampi e raggiungono dimensioni davvero mastodontiche, funzionali a moltissimi impieghi non convenzionali.

2. Gres porcellanato standard: 10 mm di spessore

Lo spessore di un pavimento in gres si aggira, di norma, intorno ai 10 mm. Parliamo di piastrelle disponibili in una grande varietà di formati, utilizzate a pavimento e a rivestimento (anche in facciata) in moltissimi contesti residenziali e pubblici, anche con traffico elevato. Offrono un buon equilibrio tra robustezza, versatilità, facilità di posa e costo.

3. Piastrelle extra spesse: da 12 a 20 mm di spessore 

Sono le piastrelle più resistenti, progettate per i pavimenti esterni, le aree industriali e le zone ad alto traffico pedonale. Possono essere posate anche a secco, su sabbia, erba o ghiaia, e su piedini autolivellanti. Se installate a colla su massetto cementizio sono adatte alle aree esterne adibite alla manovra degli autoveicoli. In genere, prevedono finiture superficiali con elevate proprietà antiscivolo.

LE PIASTRELLE A BASSO SPESSORE

Meritano un approfondimento le piastrelle sottili, in particolare le grandi lastre di spessore ridotto o ridottissimo, introdotte sul mercato una ventina di anni fa proprio grazie a Cotto d’Este. Anche se oggi rappresentano un’opzione preferita da moltissimi clienti e progettisti, si è trattato di un prodotto rivoluzionario perché proponeva formati di gran lunga superiori a quelli allora in gamma (che arrivavano al massimo a misurare 60x120 cm o 90x90 cm) e spessori inferiori rispetto allo standard dei tempi.

Attualmente, gli spessori più bassi del gres porcellanato vanno, a seconda delle aziende produttrici, dai 3,5 ai 6,5 mm. Quanto ai formati, parliamo di piastrelle con una superficie che si aggira intorno ai tre metri quadrati. Per formati che arrivano a 120x278 cm, 100x300 cm e addirittura 160x320 cm non ha nemmeno più senso parlare di piastrelle, ma arriviamo a definirle vere e proprie lastre.

Uno spessore così contenuto potrebbe destare qualche perplessità circa la resistenza di questo materiale. Seguendo con attenzione i suggerimenti di posa delle aziende produttrici, tuttavia, ogni eccessivo dubbio si rivela infondato. Il consiglio è di valutare molto bene dal punto di vista tecnico il contesto applicativo, specie quando il gres porcellanato sottile viene installato a pavimento. Una volta studiato il sottofondo e il tipo di sollecitazioni che il gres sottile dovrà sopportare, non resta che affidarsi a posatori esperti.

Questa tecnologia ha rivoluzionato il mercato perché ha proposto ad architetti e progettisti un materiale resistente ma leggero, versatile e facile da lavorare, senza contare le caratteristiche intrinseche del gres: ingelività, facilità di pulizia, impermeabilità, resistenza al fuoco, ai graffi, alle macchie e a tutti i detergenti comunemente utilizzati. Una finitura ceramica universale, adatta a moltissimi impieghi, inclusa la posa in sovrapposizione a un pavimento o a un rivestimento preesistente. Una possibilità davvero rivoluzionaria perché velocizza le operazioni di rinnovo degli ambienti, senza i disagi di una demolizione e senza aggiungere troppo peso ai solai.

IL GRES PORCELLANATO SOTTILE: LE RIVOLUZIONARIE PIASTRELLE SOTTILI DI GRANDE FORMATO

Il gres porcellanato sottile sta conoscendo uno straordinario successo per il rivestimento dei top cucina e dei piani di lavoro. La combinazione di spessore ridotto e grandi dimensioni è il fattore chiave di questa sua popolarità presso aziende produttrici di cucina, architetti e interior designer. Associare il gres porcellanato al rivestimento degli arredi – al mondo del design in genere – era qualcosa di impensabile fino a una ventina di anni fa. Non è esagerato dire che il gres porcellanato sottile ha rivoluzionato il mondo della ceramica.

Cotto d’Este si è specializzata nella produzione di gres porcellanato sottile già a partire dal 2004. La soluzione messa a punto da Cotto d’Este, chiamata Kerlite, prevede tre spessori: 3,5, 5,5 e 6,5 mm. In queste misure è conteggiata la speciale rete in fibra di vetro che viene applicata sul retro della lastra ceramica. Si tratta di una particolarità del brand, che ha creduto in questo supporto fin da subito, forte dei risultati dei test di resistenza meccanica. La rete potenzia la resistenza del materiale, già straordinaria in rapporto allo spessore ridotto perché è il risultato dell’estrema compattezza del materiale, che viene pressato con una forza pari a ben 27 mila tonnellate! Ciò garantisce una maggiore lavorabilità della ceramica e più sicurezza nella movimentazione.

Spessore ridotto significa leggerezza. E leggerezza significa orizzonti applicativi sempre più ampi. Come, per esempio, le pavimentazioni di navi da crociera e grandi traghetti. Significa anche, come abbiamo visto in questo articolo, sostenibilità. Ulteriore conferma delle rivoluzionarie proprietà del gres sottile è la possibilità di curvare la lastra di 3,5 mm di spessore, tanto da venire utilizzato perfino come rivestimento di gallerie stradali.

DA 3,5 A 20 MM: LE COLLEZIONI MULTI-SPESSORE DI COTTO D’ESTE

Il catalogo di Cotto d’Este contempla un gamma di spessori che va dai 3,5 mm delle grandi lastre di Kerlite ai 20 mm del gres porcellanato outdoor, passando per i 14 mm del gres porcellanato commercializzato in formati standard. Quest’ultimo è uno spessore decisamente insolito per un segmento di mercato che ha 10 mm come spessore di riferimento. Nel caso di Cotto d’Este rappresenta, però, un tratto identitario sin dalla fondazione del brand, avvenuta oltre 30 anni fa. Il perché di questa scelta insolita e radicale? La risposta è in questo breve video.

Una caratteristica distintiva di alcune tra le collezioni di maggior successo del brand è la compresenza di più tecnologie ceramiche, che si traduce in una gamma di spessori sinergici tra loro. Ciò permette la perfetta coordinazione visiva dei più diversi contesti applicativi: pavimenti interni ed esterni, rivestimenti e arredi, top cucina e complementi. Vediamo quali di queste collezioni si sviluppano su tutte e tre le tecnologie appena considerate.

Lithos offre un’originale evoluzione dell’effetto pietra, ibridato con texture tipicamente marmoree. L’incessante attività di ricerca di Cotto d’Este dà vita a un’estetica unica e raffinata, che si sviluppa – come detto – su tre spessori e su cinque finiture superficiali da guardare, toccare, sentire.

Pura è una collezione ceramica che distilla l’essenza del limestone, una tra le pietre più seducenti e più versatili. La sua inconfondibile eleganza ne valorizza i tipici tratti minerali, dosandoli in modo originale e armonico. Nasce così una texture equilibrata e, al contempo, intensamente materica. Composta da quattro colori, quattro superfici e sei formati, anche questa collezione è disponibile in tre spessori: 6,5, 14 e 20 mm.

Long seller del brand, la collezione Limestone deve certamente il suo successo all’equilibrata estetica effetto pietra e ai numerosi formati. Moltissimo ha contribuito la sinergia tra gli spessori, in questo caso 5,5, 14 e 20 mm. Limestone, infatti, è stata tra le prime serie ceramiche disponibili sul mercato a offrire tre spessori a parità di look.

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