Pavimento senza fughe: è possibile con il gres porcellanato?

I pavimenti moderni senza fughe attirano l’interesse di molti, ma non sempre è davvero possibile realizzarli senza prevedere una fuga seppure minima. Dipende dal materiale scelto, e – chiariamolo subito – il gres porcellanato non è tra quelli che possono essere posati senza fuga. Più in generale, ogni pavimento prevede uno standard minimo di fuga da rispettare per motivi di sicurezza. Tuttavia, anche col gres porcellanato è possibile creare un effetto di continuità estetica tale da far sembrare il pavimento privo di fughe. Vediamo come.

“Possiamo posare le piastrelle senza fuga?” È una delle domande che progettisti, architetti e rivenditori di ceramica si sentono fare più spesso. La richiesta nasce nel momento in cui, per il proprio soggiorno, si prova a immaginare il fascino che potrebbe avere un pavimento dall’estetica continua, ad esempio un gres effetto legno senza fuga. La risposta è semplice e, purtroppo, categorica: “No, non si può”. Ci sono altri materiali per cui ciò è possibile, ma il gres porcellanato – che pure ha mille altri pregi – non lo consente.

Quali sono i pavimenti senza fughe?

Prima di parlare del gres porcellanato, vediamo le tipologie di materiali che consentono di ottenere pavimenti privi di fughe:

  • Le superfici in resina, dette “continue” proprio perché prive di giunti di dilatazione e di fughe,caratterizzate da grande uniformità materica e grafica;
  • Materiali resilienti come il linoleum, la gomma, il PVC e il vinile: si caratterizzano per la loro continuità, oltre che per l’elasticità, lo spessore ridotto, l’impermeabilità e le proprietà isolanti;
  • L’SPC e i laminati, che rientrano nella famiglia dei resilienti ma permettono la posa flottante. SPC è l’acronimo di “Stone Plastic Composite”, un composto di pietra e polimeri plastici in cui rigidità e tenuta sono date dal corpo centrale composto in prevalenza da carbonato di calcio (calcare);
  • Il parquet, sia nella posa incollata che flottante.

La fuga nei pavimenti in ceramica: cos’è e perché è necessaria

La fuga è quella distanza minima tra una piastrella e l’altra che occorre prevedere durante le operazioni di posa e che viene riempita di stucco cementizio o di stucco epossidico, in tinte abbinate (o talvolta a contrasto) col colore della superficie ceramica. Come abbiamo detto, a differenza dei materiali appena passati in rassegna, un pavimento in gres porcellanato senza fughe è sconsigliatissimo, poiché non rispetterebbe gli standard di sicurezza previsti dalla Normativa UNI, non sopporterebbe i piccoli spostamenti che le piastrelle possono subire nel corso del tempo, così come contribuirebbe a creare un ambiente prolifico per l’umidità, che tende a danneggiare il pavimento stesso.

Questo vale sia per le piastrelle rettificate, che per quelle non rettificate. Ma cos’è la rettifica dei bordi?

Al termine del processo produttivo, i quattro spigoli di ogni formato quadrangolare saranno esattamente degli angoli retti, così come di 90° sarà l’angolo di incontro tra la superficie della piastrella e la costa.

  • Nel caso dei formati che non sono sottoposti a rettifica, la cui sezione è un trapezio isoscele molto allungato, la superficie della piastrella è più ristretta rispetto alla faccia che verrà incollata al massetto cementizio; pertanto, anche accostando le piastrelle (cosa che in realtà non va mai fatta), permarrà una distanza ineliminabile tra l’una e l’altra.
  • Quanto alle piastrelle rettificate, è sempre bene prevedere una fuga di almeno 2 mm perché, da normativa internazionale, il gres porcellanato prevede una tolleranza, seppur minima, delle dimensioni lineari. Sebbene insignificante, anche una tolleranza di pochi decimi di millimetro renderà un pavimento senza fughe instabile (specie in presenza di un impianto di riscaldamento a pavimento) e antiestetico. Una fuga più piccola – assicurano i posatori più esperti – non garantirà la tenuta dello stucco nel tempo.

A proposito dell’eventualità di non stuccare le fughe, ecco un ulteriore buon motivo per cambiare idea: le fughe non riempite di stucco si riempiranno di sporco e di acqua, terreno fertile per il proliferare di muffe, funghi e batteri. E nel caso in cui il tubo dell’acqua sotto il lavello della cucina dovesse rompersi? Il pavimento si allagherà e l’acqua penetrerà, attraverso le fughe, fino al solaio, rischiando di compromettere il collante e di bagnare il soffitto dei vicini del piano di sotto.

Oltre alle fughe, per le grandi superfici è consigliabile prevedere l’installazione di giunti di dilatazione, il cui scopo è compensare le sollecitazioni dei carichi meccanici, delle vibrazioni e dei fenomeni termici che interessano l’edificio.

La funzione delle fughe nei pavimenti ceramici

Come detto, per i pavimenti in ceramica non è consentita la posa senza fughe. A dirlo è la norma UNI 11493, dedicata alle piastrellature ceramiche a pavimento e a parete, e ciò vale per qualsiasi tipologia di pavimento in ceramica:

  • Piastrelle in monocottura e in bicottura;
  • Gres porcellanato (a tutta massa, levigato, lappato, smaltato…), inclusi i grandi formati;
  • Gres laminato ultrasottile.

Dal punto di vista tecnico, invece, a cosa servono le fughe? Le fughe svolgono diverse funzioni fondamentali in una pavimentazione:

  • Stabilità strutturale: aiutano a stabilizzare e a rinforzare il pavimento ceramico, evitando distacchi e/o fessurazioni del rivestimento in caso di movimenti del supporto sottostante;
  • Dissipazione dello stress: a differenza delle piastrelle, le fughe sono elastiche; pertanto, assorbono le minime contrazioni e dilatazioni causate dagli sbalzi termici;
  • Distribuzione del carico: le fughe contribuiscono a distribuire uniformemente il carico su tutto il pavimento, prevenendo danni localizzati;
  • Impermeabilizzazione: lo stucco oppone una buona resistenza all’acqua; alcuni sono addirittura impermeabili, caratteristica che impedisce all'acqua di infiltrarsi sotto il pavimento;
  • Aspetto estetico: le fughe creano ordine e pulizia visiva; inoltre, mascherano le eventuali disparità dimensionali tra le piastrelle, soprattutto se non rettificate.

Come avere un pavimento senza fughe?

Poiché ciò non è possibile per la ceramica ed il gres, possiamo piuttosto chiederci come minimizzare la presenza delle fughe. Gli aspetti sui quali lavorare a questo proposito sono sostanzialmente tre: la scelta del formato, il colore dello stucco e il tipo di effetto.

Vediamoli in dettaglio, con qualche esempio attinto dal catalogo di Cotto d’Este:

  • I grandi formati rettificati consentono di distanziare le fughe tra loro e di ridurne l’ampiezza (in quanto, appunto, rettificati). Il gres laminato, in particolare, si caratterizza proprio per l’eccezionale dimensione delle lastre, che raggiungono (nel caso di Cotto d’Este) i 100x300 cm e i 120x278 cm. Grazie a queste misure, la materia diventa protagonista dello spazio, con le sue texture, i suoi colori e gli effetti di superficie, facendo passare in secondo piano le fughe, peraltro molto ridotte di numero. Ottimi esempi del ruolo che giocano i grandi formati nel ridurre efficacemente il numero delle fughe sono due marmi molto chiari: Paonazzetto (della collezione Allure) e Bianco Statuario (della collezione Vanity).
  • La luminosità di questi effetto marmo ci porta al secondo aspetto su quale si può intervenire: il colore della fuga. Uno stucco in tinta con la piastrella tende a mimetizzare le fughe ed è particolarmente importante per look tendenzialmente monocromatici, come la collezione di Cotto d’Este X-Beton, un cemento rullato in tre tinte; o come Black-White, un bianco e un nero con un altissimo grado di purezza; o, ancora, Pietra d’Iseo, che si ispira all’ormai richiestissimo Ceppo di Gré; e Cement Project, altro effetto cemento, molto raffinato nella finitura denominata Cem.
  • Anche l’estetica della texture ceramica può rendere difficile individuare le fughe. Per le collezioni di Cotto d’Este ciò è particolarmente vero per pattern riccamente venati o nuvolati, come Orobico o Alaska, due look marmo della collezione Allure. Ma vale altrettanto per molti effetto legno, specie se dallo stile rustico, come Woodland.

Fugare le piastrelle di grandi dimensioni: altri suggerimenti utili

Realizzare le fughe migliori per il proprio pavimento, coniugando estetica e tecnicismi, non è sempre semplice.
Il primo consiglio ovvio ma sempre valido è innanzitutto quello di affidarsi a posatori esperti, in grado di giudicare e valutare la giusta posa per le piastrelle, garantendo le fughe più adatte.

Il secondo suggerimento è di assicurarsi dell’utilizzo di materiali di ottima qualità, sia per quanto riguarda il collante che per quanto concerne lo stucco. A questo proposito è opportuno fare un distinguo tra stucco cementizio e stucco epossidico.

  • Lo stucco cementizio, utilizzato da sempre, ha come componente principale il cemento: è disponibile in vari colori e in varie granulometrie; ha un’ottima resistenza all’abrasione e una buona resistenza all’acqua e agli agenti chimici alcalini; ha, infine, la stessa resistenza fungina e batterica dello stucco epossidico.
  • Lo stucco epossidico fino a pochi anni fa veniva utilizzato solo in situazioni particolari (come le piscine o le saune), ma oggi è largamente impiegato anche in ambito residenziale. È uno stucco dalle prestazioni molto elevate in quanto è più elastico dello stucco cementizio, caratteristica che torna utile per assecondare i movimenti strutturali degli edifici; inoltre resiste maggiormente all’abrasione, è idrorepellente e resiste molto bene ai più comuni agenti chimici.

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