I migliori schemi di posa per le piastrelle effetto legno

In questo articolo andremo alla scoperta dei molti schemi di posa possibili con le liste di gres porcellanato effetto legno. Partiremo con qualche consiglio indispensabile per progettare una posa razionale e rispettosa della geometria dello spazio. Insieme al formato e alla texture specifica, lo schema scelto per la posa delle doghe di legno ceramico influenza notevolmente la percezione dell’ambiente: dalla posa a correre alla spina di pesce, esso può assumere connotati più rustici o più classici, perfino sofisticati.

La posa delle mattonelle: da dove si inizia?

Una volta che abbiamo scelto la piastrella destinata a una certa superficie (sia essa orizzontale o verticale), dobbiamo valutare con attenzione il punto di inizio della posa. Se la questione non presenta troppi problemi per i rivestimenti, può rivelarsi più complessa per i pavimenti.

Come regola, la posa di un pavimento ceramico parte dalla soglia di ingresso. Che il formato scelto sia quadrato o rettangolare, è sicuramente più piacevole entrare e vedere una piastrella intera che una tagliata. Se poi la lunghezza della stanza dovesse risultare di poco superiore al multiplo del lato della piastrella sarà inevitabile ritrovarsi con tagli molto piccoli, decisamente poco gradevoli a vedersi.

Questa regola generale va ovviamente adattata al tipo di stanza e al numero (e all’importanza) degli accessi: se sono due e opposti tra loro, andrà privilegiato uno di essi, collocando a ridosso della soglia secondaria una fila di piastrelle tagliate.

Presenta meno incertezze il punto di inizio della posa del gres porcellanato effetto legno, specie se il formato della doga è contenuto e se abbiamo optato per una posa sfalsata (di cui parleremo tra poco). La posa delle doghe ceramiche tende ad allineare il lato lungo della doga col lato maggiore della stanza, che darò lo squadro alla posa. Il dinamismo insito in questo tipo di posa e il gran numero di tagli rende, invece, poco significativo il punto di partenza delle teste, ovvero dei lati corti della doga. Del resto, è inevitabile che una soglia di ingresso posta sul lato corto della stanza incappi in numerosi tagli.

Come posare le piastrelle: gli schemi di posa per pavimenti più utilizzati

Lo schema di posa è certamente uno degli elementi che più caratterizzerà il risultato finale. L’importanza del suo ruolo dipende da diversi fattori. Limitiamoci a elencare i principali:

  • la geometria e la dimensione del formato
  • la tipologia del bordo della piastrella (rettificato o meno)
  • la texture grafica
  • il colore dello stucco di riempimento della fuga
  • le dimensioni e la geometria della stanza o, in generale, della superficie posata

Tra tutti, il fattore più incisivo è senz’altro il formato. Infatti, più questo ha un’estensione ridotta più sarà importante il pattern di posa delle mattonelle, per il semplice fatto che risulterà più facile da cogliere a colpo d’occhio. L’estremo opposto è rappresentato dalle grandi lastre, che possono arrivare anche a 160x320 cm: in questo caso si leggerà il senso della posa (orizzontale o verticale) ed eventualmente lo sfasamento della lastre. A meno che, come detto, l’estensione della posa non sia davvero notevole. È il caso, per fare un esempio, delle grandi facciate esterne prive di aperture o di elementi architettonici tali da spezzare la continuità del rivestimento ceramico.

Ecco alcuni dei più comuni schemi di posa per le piastrelle:

  • posa dritta: è lo schema più semplice e più tradizionale, con le piastrelle (spesso quadrate) posate secondo una griglia regolare, in squadro con due pareti adiacenti;
  • posa sfalsata: tipica dei formati rettangolari, prevede di sfalsare (nel senso della lunghezza) le file dispari. Lo scarto è in genere pari a 1/3 o 1/4 della dimensione del lato lungo della piastrella;
  • posa diagonale: la griglia di posa è regolare ma ruotata di 45° rispetto alle pareti, col risultato che tende a dilatare gli ambienti piccoli;
  • posa a spina di pesce: uno schema elegante e dinamico, perfetto per le doghe di legno ceramico di formato medio-piccolo, che vengono disposte in file parallele a 90° tra di loro, in modo che la testa di una combaci con il fianco dell’altra;
  • posa a correre: tipico delle liste di gres porcellanato effetto legno, che vengono posate sfalsate e senza uno schema ricorrente, con un effetto dinamico e piacevolmente rustico;
  • posa a cassero: uno schema estremamente regolare e moderno perfetto per le doghe ceramiche effetto legno, in cui le piastrelle vengono allineate per la lunghezza in modo che gli incastri di testa corrispondano a file alternate. Ovviamente, per la posa di questo pavimento servono liste mono formato.

Posa a correre

Questo schema è particolarmente indicato per la posa di gres porcellanato effetto legno sfalsato: le doghe ceramiche vengono disposte in file parallele ma con le giunzioni di testa che non si allineano. La posa a correre del gres effetto legno impone di scegliere molto bene la direzione delle file, ovvero a quale lato della stanza sarà parallelo il lato lungo. Si sconsiglia di angolare le file rispetto alle pareti in modo da evitare lo squadro, ad esempio nel caso di un ambiente quadrato, poiché non porta alcun beneficio estetico. Anzi, disorienta e crea una gran quantità di tagli diagonali che rallentano la posa, facendo lievitare i costi.

La posa delle piastrelle a correre consente di far convivere formati con lunghezza diversa e medesima larghezza; ma anche formati con diversa larghezza, semplicemente facendo correre la fila del formato A parallelamente alla fila del formato B, e così via. Quella che in astratto può sembrare un’assurdità acquista un senso (e un certo fascino) se immaginiamo di applicare questo tipo di posa a correre al gres porcellanato effetto legno. Il pavimento posato acquisterà ritmo senza perdere in armonia, specie se la stanza è di grandi dimensioni e se l’effetto legno mostra una stonalizzazione marcata.

Pavimento a spina di pesce all’italiana

Si tratta di uno schema di posa per gres porcellanato effetto legno di dimensioni ridotte, ad esempio per doghe ceramiche che non superano i 60 cm di lunghezza. Questa soluzione conferisce grande dinamicità alle superfici posate, contribuendo a preservare il fascino vintage di immobili storici e di pregio o esaltando l’appeal rustico-chic di ambienti dallo stile country o provenzale. In ogni caso, il gres porcellanato effetto legno a spina di pesce è destinato ad interni lussuosi, sia classici che moderni. Di fatto, dà vita a un vero e proprio motivo decorativo, che prevede un orientamento perpendicolare, parallelo o obliquo rispetto alle pareti. La posa di piastrelle a spina di pesce all’italiana si differenzia da altre tipologie di posa simili (come quella francese e quella ungherese) perché esse prevedono il taglio delle teste secondo un angolo di 30°, 45° o 60°.

Il gres porcellanato effetto legno di Cotto d’Este

Ora che abbiamo imparato a conoscere gli schemi di posa più eleganti per il gres porcellanato effetto legno, vediamo le collezioni che Cotto d’Este propone per questo segmento di mercato in grande crescita.

Woodland è una collezione in gres porcellanato laminato Kerlite che nasce da un’esplorazione intorno alla natura stessa del legno, alla ricerca della bellezza viva che resta impressa nella materia, sotto forma di venature e colori con effetti di striature a volte più ordinati e raffinati e a volte più profondi e marcati. Questa selezione di rovere e di teak presenta due finiture superficiali (Soft e Wild) e due formati: accanto al 20x120 cm propone, infatti, la maxi-doga 30x240 cm che esalta la superiore qualità estetica di questo effetto legno senza che esso perda di eleganza e di naturalezza.

Cadore propone il fascino dell’effetto legno in piastrelle ultra-resistenti di 14 mm di spessore, a garanzia di una resistenza al carico di rottura 3 volte superiore rispetto al gres tradizionale in 10 mm. Come Woodland, anche Cadore fa parte della linea PROTECT®: pavimenti e rivestimenti antibatterici ad altissime performance, per un abitare sano, sicuro e protetto.

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